Nel bosco c'e' un ometto

Ben prima che la passione per i fiori allietasse le mie passeggiate nei prati e nei boschi, un'abitudine altrettanto bucolica anche se meno aulica vista la connotazione piu' grettamente terrena, da popolo affamato, mi era stata inculcata dalla grande passione di mia madre: cercare funghi.

Trovai il mio primo porcino a otto anni, sotto un arbusto di erica (cespugli chiamate "scope" in dialetto, con una figura retorica di cui non so il nome che scambia l'oggetto col suo uso), nel bosco di castagni di proprieta' della famiglia, in Toscana. Difficile raccontare l'emozione, che rimane tuttora invariata alla scoperta di un fungo che in molte regioni e' il fungo per eccellenza, con il suo profumo e la sua spettacolare resa in cucina.

A Sanremo, dove vivevo per la maggior parte dell'anno, ebbi la fortuna di incontrare il padre di una mia compagna di scuola elementare, persona di cultura nettamente superiore a quella che si respirava in casa mia, dove il primo libro entro' quando cominciai ad andare a scuola. Lui (il papa' della mia amichetta) univa la grande passione per la ricerca dei funghi all'amore per la conoscenza, che lo portava a voler sapere, e dopo aver saputo voler imparare di piu'. Aveva un mitico libro con tavole a colori protette singolarmente da carta velina, che io sfogliavo con mano resa leggera dal rispetto reverenziale piu' che dalla paura di strappare o sporcare quelle meraviglie. Quando riuscivo, mi rintanavo nel salotto di casa sua e rubavo questi istanti magici, guardando funghi che esistevano ma che non avevo mai visto, e magari non avrei mai visto in vita mia.

Questa caratteristica, ho poi razionalizzato, divide in due classi nettamente distinte chi va per funghi (o, allo stesso modo, i cacciatori o i pescatori o altri appassionati): chi crede di imparare tutto dall'esperienza personale e chi ha fame di sapere di piu. La gran parte dei cercatori di funghi non ha mai aperto un libro che ne parli o li illustri, ma costoro sono convinti di saperne abbastanza, o addiritttura di piu', di chi studia l'argomento. Questo atteggiamento e' pericoloso oltre che superbo, ed e' la principale (a mio avviso l'unica) causa degli avvelenamenti che tutti gli anni portano tanta gente all'ospedale con qualcosa di piu' di un'indigestione.

Ho conosciuto personalmente l'ingenua e patetica arroganza di questo tipo di persone, un incontro nel bosco con una signore che getto' a terra il mio cestino pieno di profumatissime finferle (Cantharellus lutescens) solo perche' non le conosceva e credeva di fare il mio bene, o un altro che aveva raccolto un paio di amanite mortali insieme a delle ottime colombine verdi (Russula aeruginea e virescens) solo perche' il colore era uguale. Non ho buttato a terra il suo cestino, ma l'ho caldamente consigliato di passare dal servizio di controllo micologico dell'ASL se proprio non voleva credermi (spero tuttora che l'abbia fatto).

Una considerazione a latere, che c'entra e non c'entra coi funghi, e vale piu' in generale (funziona coi fiori in un prato, con le conchiglie su una spiaggia, con gli errori in una pagina scritta): se cerchi qualcosa, l'attenzione si affina e si adatta alla cosa che stai cercando. Quando vai per funghi, all'inizio non trovi niente e sei tentato di lasciar perdere. Poi l'attenzione si acuisce, e tutto il corpo (non solo gli occhi) e' allertato per riconoscere i segnali anche piccoli che possono essere utili allo scopo. Pian piano distingui nettamente le foglie, che prima tendevi a confondere con possibili prede. Un rigonfiamento sospetto, la disposizione dell'erba e dei rametti del sottobosco, una piccola macchia di colore fuori posto. Tutto diventa possibile indizio, e gli indizi si fanno via via meno fallaci. I cercatori sanno che il bottino maggiore si fa dopo un po' che si gira nel bosco, prima bisogna abituare l'attenzione a cogliere i segnali giusti

Non pretendo di insegnare niente a nessuno, ma un giorno che stavo con la macchina fotografica nei boschi di Ovairo, poco distante dal posto in cui vivo, ho vissuto in pieno questa esperienza e ho provato a raccontarla. Un piccolo particolare fuori posto, per quanto perfettamente intonato ai colori del bosco, mi ha fatto insospettire. Era proprio il lembo di un cappello, e togliendo le foglie e' venuto fuori un bel porcino (Boletus edulis), un po' scialbo nel colore, ma bello tosto e non piccolo. Ho provato a riprodurre la scena con un po' di magheggio sulle immagini. Il fungo finale e' proprio quello che stava sotto le foglie e tra i fusti dei giovani castagni della prima foto...

Non ho molte foto di funghi, molte di meno di quelle di fiori che si trovano nell'apposita sezione del sito. Fotografare fiori non e' facile, ma fotografare funghi e' pił difficile: la poca luce del sottobosco obbliga all'uso del flash, che spesso risulta in foto molto brutte, con luminosita' esagerata in alcuni punti ed insufficiente in altri. Oppure costringe ad usare tempi di esposizione molto lunghi e richiede quindi anche un'adeguata attrezzatura per evitare i mossi. Solo da qualche anno, con le ultime compatte che riescono a mettere a fuoco anche in presenza di luce molto scarsa e con l'adozione di un cavalletto da macro, sono riuscito ad ottenere risultati leggermente migliori.

Per le solite ragioni di evitare il sovraffollamento ho suddiviso in quattro pagine questa parte del sito, anche qui senza alcuna pretesa di sistematicità, affidandomi ad una caratteristica quasi sempre molto evidente del fungo: la superficie fertile, che come tutti sanno e' molto spesso a lamelle, un po' meno spesso a bucherelli (pori) tipo spugna ed infine ci sono tutti gli altri, funghi spesso dalle forme inusuali, curiose e talvolta imbarazzanti. Avrete sentito sicuramente parlare del Phallus impudicus, che si trova marchiato anche nel nome per la sua somiglianza all'organo maschile di riproduzione e di cui non ho fotografie (pur avendolo incontrato qualche volta), ma se andate a vedere il Mutinus elegans, qui rappresentato, capirete che dietro un nome piu' innocente e addirittura attraente si nasconde altrettanta ambiguita' di forme wink.

Qui trovate funghi a lamelle (Tassonomicamente si parla di "Agaricales")

Qui trovate funghi con pori (Boletales e Polyporales, con qualche eccezione)

Qui gli altri.

Infine ho dedicato una pagina alle foto di raccolte particolarmente generose.